Ispirato all’annuario con le foto universitarie, Facebook è uno dei casi più interessanti per studiare la potenza di Internet nel “diffondere le innovazioni molto velocemente”.
Alcuni studiosi dicono però che il successo del social network finirà nel 2017! Sarà vero
NON ERA IL PRIMO -
Facebook non è stato il primo
social network, il particolare più interessante risiede proprio nel capire il motivo per il quale la piattaforma di
Zuck si è riuscita ad introdurre di forza in un mercato già saturo di servizi analoghi. L’idea di un network sociale basato su una rete di computer è nata in realtà nella subcultura californiana degli
anni settanta, e la storia dei social network è piena di casi particolari nei quali una piattaforma si diffonde velocemente per poi rimanere nel dimenticatoio altrettanto velocemente: uno su tutti è
MySpace che fondato nel
2003 ha raggiunto il suo picco nel
2007, con trecento milioni di utenti registrati, per poi andare praticamente in disuso nel
2011.
Quando
Facebook ha iniziato a diffondersi, gli esperti di tutto il mondo lo quindi hanno subito paragonato
MySpace, nonostante le piattaforme fossero in realtà molto diverse e non in competizione diretta.
MySpace è sempre stato un network confusionario, grazie soprattutto alla possibilità che dava agli utenti di personalizzare a fondo l’interfaccia grafica delle proprie pagine tramite l’aggiunta di
HTML personalizzati.
Facebook, al contrario, inizialmente sembrava statico, quasi noioso, ed era aperto solo per gli studenti dell’università di
Harvard: era come se la stratificazione sociale del mondo reale fosse stata applicata anche nella vita virtuale del web, ed è stata proprio questa la scintilla iniziale che ha fatto esplodere il successo del progetto di
Zuckerberg.
I motivi per cui ha trionfato
Facebook sono diversi. Uno su tutti le capacità ed il virtuosismo del suo fondatore e del suo team (
tra cui spicca Peter Thiel, il creatore di PayPal che ha inizialmente finanziato il progetto con cinquecentomila dollari, e che per molti rappresenta la mente che si nasconde dietro l’impero di Zuck), che sono riusciti ad alimentare l’interesse e la diffusione del
social network con una tecnica di commercializzazione molto astuta:
l’esclusività. Una vera e propria esca, sulla quale si basano parte dei modelli sociali delle più importanti
Università statunitensi, che ha aiutato
Zuckerberg ad aumentarne il successo iniziale e l’interesse degli
studenti americani, grazie alla graduale disponibilità del network prima ad una sola
Università, per poi aprirsi agli altri atenei importanti degli
Stati Uniti, e diventare in fine accessibile agli utenti di tutto il mondo. A fare il resto ci ha pensato la legge di Mercalfe, che recita che
“L’utilità e il valore di una rete sono pari ad n^2 – n dove n è il numero degli utenti”, in
soldoni: più utenti ha un social network, più altre persone sono spinte ad iscriversi, ed a distanza di 10 anni e nonostante tutte le forti critiche che ha subito la creatura di
Zuck,
Facebook ha ormai superato gli
1,2 miliardi di visitatori mensili attivi ed è diventato una vera e propria macchina da soldi in grado di produrre oltre
5 miliardi di dollari di fatturato annuale.
Fino a qualche anno fa, l’dea che i media e gli
analisti di tutto il mondo si erano fatti del
social network, era che tutto il suo successo fosse stato alimentato dagli “
adolescenti”, una categoria ben precisa i cui interessi e le cui attenzioni sono sempre risultati generalmente molto volubili e temporanei: c’è chi sostiene infatti, che lo
share delle azioni sia proprio influenzato dal fenomeno che sempre più
teenager abbandonano il
social network a favore di piattaforme per la messaggistica istantanea, spinti anche dal fatto che ormai anche genitori -
ed addirittura i nonni - sono iscritti a
Facebook.
Un esempio lampante che rappresenta a pieno il livello raggiunto dalle speculazioni su
Facebook, proviene da uno
studio pubblicato da alcuni ricercatori dell’Università di Pirnceton, secondo il quale Facebook avrebbe perso più dell’80% dei propri utenti entro il
2017. Una conclusione scioccante, alla quale sono giunti applicando un modello utilizzato per lo studio dello sviluppo delle epidemie,
analizzando i trend di Google relativi alle ricerche nel motore di ricerca della chiave “
Facebook”, la cui netta discesa ha avuto inizio lo scorso
dicembre 2012.
La questione più importante da analizzare non è se parte degli adolescenti abbandonerà
Facebook, ma se la sua adozione da parte di un un grande numero di adulti comporterà il compimento della missione di
Zuckerberg: quella di arrivare ad ottenere un
“grafico sociale” planetario, animato da un sistema di intelligenza artificiale in grado di comprendere ed anticipare le necessità di ognuno di noi. No, non è la trama di un film di fantascienza, ma la pura realtà.
VIA |
tech.fanpage.it
▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬